Pestato dopo Hellas-Brescia: Respinta anche la seconda richiesta d’archiviazione della procura
Ultrà in coma, l’ordine del giudice
A processo per le botte 7 poliziotti
E su un ottavo agente il gip si pronuncerà tra un mese
VERONA - «Picchiato a lungo, con violenza, da alcuni poliziotti » alla stazione di Porta Nuova, subito dopo la partita Hellas-Brescia del 24 settembre 2005. Ma soltanto adesso, a quattro anni e mezzo di distanza, per il caso di Paolo Scaroni è stato deciso che i presunti responsabili dovranno essere sottoposti a processo. Con un autentico colpo di scena, infatti, ieri il giudice Sandro Sperandio ha respinto la seconda richiesta d’archiviazione formulata dalla procura a conclusione delle indagini preliminari. Sette gli agenti di cui è stata disposta l’imputazione coatta; per l’ottavo poliziotto finito nel registro degli indagati, invece, l’udienza è slittata a fine aprile per un difetto di notifica. Per la gravità delle ferite che gli vennero inferte, l’allora ventottenne tifoso lombardo perse «il lavoro, la ragazza ma, soprattutto, la possibilità di una vita normale», dato che da quello sciagurato pomeriggio, per lui, ogni azione, persino il più semplice gesto, «si trasformano in veri e propri calvari a causa delle mie condizioni fisiche...».
Ricoverato in coma all’ospedale di Borgo Trento, sottoposto poi a una lunghissima - e costosissima - riabilitazione, «il ragazzo - spiegava ieri mattina in tribunale l’avvocato che lo assiste, Alessandro Mainardi - non è più tornato, e probabilmente mai tornerà, purtroppo, quello di prima». A tutti gli agenti (che, all’epoca del fattaccio, dipendevano dalla questura di Bologna e che, attualmente, operano in svariate province italiane) verrà contestata in aula l’imputazione di lesioni gravissime. «Finalmente. Era ora che emergesse la volontà di far luce su quanto accaduto - reagisce il legale di Scaroni - In aula sosterremo pure la manomissione dei filmati da parte delle forze dell’ordine: mancano, infatti, quei famigerati undici minuti in cui il mio assistito è stato crudelmente picchiato ». Ieri, a palazzo di giustizia, Paolo non ce l’ha fatta a venire: troppo faticoso, per il suo precario stato di salute: «Quando gliel’ho detto al telefono, però, non ha proprio saputo trattenere il suo entusiasmo. Finalmente, finalmente... ».
Quando, «finalmente, potrà iniziare il processo, faremo valere le nostre ragioni anche sotto il profilo risarcitorio: per tutte le sofferenze che gli sono state arrecate e le cure a cui ha dovuto e deve tuttora sottoporsi, infatti, Paolo non ha mai visto un solo centesimo di rimborso». Secondo il pubblico ministero, invece, «nessuna responsabilità » andrebbe attribuita agli otto poliziotti il cui nome era stato iscritto nel registro degli indagati. Semplice la motivazione addotta dagli inquirenti per spiegare l’esito delle indagini: nonostante le numerose testimonianze e alcune immagini filmate, non sarebbe stato possibile, a parere dell’accusa, individuare con certezza gli autori del pestaggio di cui rimase vittima Paolo, finendo poi in coma farmacologico e ritrovandosi per quasi sette mesi ricoverato al reparto lungodegenti di Negrar. «Sono stato travolto da una carica di alleggerimento del reparto celere in servizio quel giorno e picchiato a sangue, senza alcun preavviso o motivo apparente e senza avere nemmeno la possibilità di ripararmi» denunciò lo stesso Paolo al ministro Maroni in una lettera datata settembre 2009. Da quel maledetto 24 settembre 2005, «mi domando per quale ragione ciò avvenga e perchè mi sia negata giustizia », si lamentò Scaroni. Adesso, però, la giustizia pare avergli dato finalmente ascolto.
Gli agenti Massimo Coppola,Michele Granieri,Luca Iodice,Bartolomeo Nemolato,Ivano Pangione,Vladimiro Rulli,Antonio Tota e Giuseppe Valente bastardi dovranno rispondere anche per le lesioni inferte quel giorno ad altri 22 tifosi bresciani.
venerdì 2 aprile 2010
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