domenica 8 maggio 2011

9 MAGGIO, GIORNATA DELLE VITTIME DEL TERRORISMO. E LE VITTIME DEL TERRORISMO MAFIOSO?
Tra Peppino Impastato ed Aldo Moro.
Da qualche anno si è voluto dedicare il 9 maggio alle vittime del terrorismo, in ricordo soprattutto della morte di Aldo Moro “ucciso come un cane dalle Brigate Rosse” (per citare una frase che lo scrivente pronuncia nel film “I cento passi”). Un particolare sguardo va soprattutto ai magistrati uccisi, in considerazione del killeraggio sistematico e spietato che attualmente il capo del governo sta mettendo in atto contro chi ha osato denunciare le sue malefatte. Ma altre vittime del terrorismo occorre ricordare, dai morti della stazione di Bologna a quelli di Piazza Fontana, in un mostruoso progetto che, dalla fine degli anni 60 ha attanagliato l’Italia in una morsa mortale, dietro cui agivano in silenzio e con il massimo della copertura e dell’impunità neofascisti, piduisti, mafiosi, servizi segreti, partiti politici e altri violentatori della democrazia italiana. Tutto questo è passato e sembra appartenere a un altro mondo, a parte qualche cerimonia occasionale che ci ricorda molto ritualmente ciò che per altri è meglio rimuovere e dimenticare. Quello che non siamo riusciti a fare, malgrado le nostre proposte, è di associare, nell’occasione del 9 maggio, alle vittime del terrorismo, le vittime di mafia, ovvero le vittime di un terrorismo che ha ricoperto le strade d’Italia di bombe, attentati, omicidi a sangue freddo, incursioni di commandos specializzati nel seminare morte e distruzione. Cioè, ancora una volta, di associare Peppino Impastato ad Aldo Moro, entrambi morti nello stesso giorno ed entrambi vittime, da aspetti diversi, del terrorismo. Difficile trovare spiegazioni: Peppino è stato già individuato, a suo tempo, come terrorista, e riabilitato solo dopo un lungo e paziente lavoro di ricostruzione della sua immagine e del suo lavoro politico condotto dai suoi amici e dalla famiglia. Nulla a che fare tra l’extraparlamentare rivoluzionario e disturbatore della quiete pubblica, negli anni in cui, per vie stellarmente diverse, Aldo Moro cuciva con sapienti manovre la sua strategia di apertura a tutte le forze della sinistra. Peppino riteneva che il riformismo di Moro altro non fosse che un momento del consueto lavoro di ricomposizione e di rafforzamento delle forze dominanti a scapito dei bisogni dei lavoratori, o attraverso tagli e sacrifici che avrebbero rafforzato il potere e chi lo deteneva. Peppino riteneva che il potere democristiano fosse “banditesco e truffaldino”, più o meno com’è oggi il potere berlusconiano. Moro pensava ad altre strategie non certamente di rottura, ma di “buon governo” in cui alle forze progressiste si offriva la possibilità di essere coinvolti nello stesso disegno politico di avanzamento sociale della nazione.
Nessun punto di contatto tra queste due dimensioni di progetto politico, dove l’intransigenza dell’estrema sinistra si scontrava con l’arte della mediazione attraverso i mille tentacoli della politica e del malaffare. “La D.C. non si processa”, aveva detto Moro, più o meno come oggi Berlusconi dice di se stesso. La sconsideratezza e il fanatismo di alcuni “presunti” compagni hanno reso Moro martire, uccidendolo, tanto quanto la ferocia e l’intolleranza di alcuni mafiosi hanno fatto con Peppino. Altro non c’è. E tuttavia, vista la tendenza, da parte di ogni parrocchia, a ricordare i propri morti, noi oggi rendiamo omaggio dovuto a Moro, ma ci riconosciamo, senza ombra di dubbio, nella grande eredità di lotta politica tracciata da Peppino. Un’ultima nota: anche la strategia informativa si associa a questa doppia identificazione di morti di serie A e B. Nessuna parola, da parte di nessun giornale, è stata spesa su quanto sta accadendo a Cinisi, diventata, in questi tre giorni, la capitale nazionale dell’antimafia un’autentica fucina di idee e di analisi sui problemi della società contemporanea, con l’intervento di noti studiosi , giornalisti, protagonisti. Tanto per chiarire la vecchia strategia della notizia che diventa tale solo quando è trasmessa da un mezzo d’informazione. Altrimenti è meglio ignorare, oscurare, cancellare.

Salvo Vitale
(Presidente Associazione Culturale Peppino Impastato)

martedì 4 maggio 2010

Sempre peggio

Dopo Lazio-Inter tutti improvvisa mente hanno iniziato a parlare di morte del calcio, ma non è morto di certo domenica bensì molto prima.

Il calcio è stato distrutto dai vari Presidenti che davanti hai soldi delle TV hanno abbassato le mutande e qualsiasi ordine arriva da loro vi si piegano senza pensare un solo secondo.
E' stato distrutto dai politici che hanno fatto leggi assurde con cui hanno allontanato dallo stadio proprio quei tifosi che loro dicono di voler riportare(le famiglie con i bambini).
Perché si sa le famiglie con bambini, possono permettessi spese folli per assistere ad una qualsiasi partita di campionato e non hanno nulla da fare che stare impegnati tutta settimana nell'acquisto di un biglietto per la partita.
La scusa pronta è sempre quella la brava gente allo stadio non ci va per la violenza, ma se negli anni ottanta quando andare allo stadio in qualsiasi città anche quelle considerate tranquille significava davvero assistere ad una guerra, prima durante e dopo di gli incontri le città erano messe sistematicamente a terra e fuoco e nonostante tutto gli stadi si riempivano anche della cosiddetta brava gente perché ora che la situazione è decisamente migliorata in gran parte delle città la gente rimane a baita?Non sarà per altri motivi come quelli sopra citati?
Termino la mia paternale aggiungendo che naturalmente non sono mancati i soliti commenti da bar dei nostri parlamentari e di qualche ministro sulla vicenda dell'Olimpico e posso giurarci che non mancheranno le immancabili interrogazioni parlamentari e l'apertura di un inchiesta da parte di qualche giudice Romanista e mi chiedo credo più che legittimamente, ma i nostri politici e i nostri giudici con i nostri soldi non hanno proprio una minchia d'altro da fare?

venerdì 2 aprile 2010

NUOVE CONDANNE DI AGENTI NEL CASO DELL'OMICIDIO DI FEDERICO ALDROVANDI,SIAMO A SETTE E NON E' ANCORA FINITA!

Dopo il processo che condannò lo scorso 6 luglio 2009 gli imputati  Forlani Paolo-Pollastri Luca-Segatto Monica e Pontani Ezio alla pena di anni 3 e mesi 6 di reclusione per eccesso colposo in omicidio colposo,il Tribunale di Ferrara il 5 marzo 2010, dopo 7 udienze durate dal 22 gennaio 2010 al 5 marzo 2010, dichiarava colpevoli Marino Paolo - dirigente dell’Upg all’epoca dell’omicidio. E’ stato condannato a un anno di reclusione per omissione di atti d’ufficio: avrebbe indotto in errore il pm di turno, non facendola intervenire sul posto.
Bulgarelli Marcello - assistente Capo della Polizia di Stato. E’ stato condannato a dieci mesi per omissione di atti d’ufficio e favoreggiamento. Quella mattina era responsabile e addetto della centrale operativa.
Pirani Marco – ispettore di polizia giudiziaria. E’ stato condannato a mesi 8 per omissione di atti d’ufficio.
Casoni Luca sov.te capo turno delle volanti. Rinviato a giudizio.
E’ l’unico a non scegliere il rito abbreviato. E’ accusato di falsa testimonianza, omissione di atti d’ufficio e favoreggiamento.
E’ colui che si reca quella mattina sul posto del delitto… e quando a lui richiesto dal Giudice, nel processo “madre” di riferire cosa si fosse detto con Bulgarelli (quello della centrale operativa condannato) rifiuta di dirlo…La prima udienza per lui si terrà il 21 aprile.

FINALMENTE CI SARA' UN PROCESSO,ANCHE SE DUBITO VENGA VERRAMENTE FATTA GIUSTIZIA!

Pestato dopo Hellas-Brescia: Respinta anche la seconda richiesta d’archiviazione della procura

Ultrà in coma, l’ordine del giudice
A processo per le botte 7 poliziotti

E su un ottavo agente il gip si pronuncerà tra un mese

VERONA - «Picchiato a lungo, con violenza, da alcuni poliziotti » alla stazione di Porta Nuova, subito dopo la partita Hellas-Brescia del 24 settembre 2005. Ma soltanto adesso, a quattro anni e mezzo di distanza, per il caso di Paolo Scaroni è stato deciso che i presunti responsabili dovranno essere sottoposti a processo. Con un autentico colpo di scena, infatti, ieri il giudice Sandro Sperandio ha respinto la seconda richiesta d’archiviazione formulata dalla procura a conclusione delle indagini preliminari. Sette gli agenti di cui è stata disposta l’imputazione coatta; per l’ottavo poliziotto finito nel registro degli indagati, invece, l’udienza è slittata a fine aprile per un difetto di notifica. Per la gravità delle ferite che gli vennero inferte, l’allora ventottenne tifoso lombardo perse «il lavoro, la ragazza ma, soprattutto, la possibilità di una vita normale», dato che da quello sciagurato pomeriggio, per lui, ogni azione, persino il più semplice gesto, «si trasformano in veri e propri calvari a causa delle mie condizioni fisiche...».

Ricoverato in coma all’ospedale di Borgo Trento, sottoposto poi a una lunghissima - e costosissima - riabilitazione, «il ragazzo - spiegava ieri mattina in tribunale l’avvocato che lo assiste, Alessandro Mainardi - non è più tornato, e probabilmente mai tornerà, purtroppo, quello di prima». A tutti gli agenti (che, all’epoca del fattaccio, dipendevano dalla questura di Bologna e che, attualmente, operano in svariate province italiane) verrà contestata in aula l’imputazione di lesioni gravissime. «Finalmente. Era ora che emergesse la volontà di far luce su quanto accaduto - reagisce il legale di Scaroni - In aula sosterremo pure la manomissione dei filmati da parte delle forze dell’ordine: mancano, infatti, quei famigerati undici minuti in cui il mio assistito è stato crudelmente picchiato ». Ieri, a palazzo di giustizia, Paolo non ce l’ha fatta a venire: troppo faticoso, per il suo precario stato di salute: «Quando gliel’ho detto al telefono, però, non ha proprio saputo trattenere il suo entusiasmo. Finalmente, finalmente... ».

Quando, «finalmente, potrà iniziare il processo, faremo valere le nostre ragioni anche sotto il profilo risarcitorio: per tutte le sofferenze che gli sono state arrecate e le cure a cui ha dovuto e deve tuttora sottoporsi, infatti, Paolo non ha mai visto un solo centesimo di rimborso». Secondo il pubblico ministero, invece, «nessuna responsabilità » andrebbe attribuita agli otto poliziotti il cui nome era stato iscritto nel registro degli indagati. Semplice la motivazione addotta dagli inquirenti per spiegare l’esito delle indagini: nonostante le numerose testimonianze e alcune immagini filmate, non sarebbe stato possibile, a parere dell’accusa, individuare con certezza gli autori del pestaggio di cui rimase vittima Paolo, finendo poi in coma farmacologico e ritrovandosi per quasi sette mesi ricoverato al reparto lungodegenti di Negrar. «Sono stato travolto da una carica di alleggerimento del reparto celere in servizio quel giorno e picchiato a sangue, senza alcun preavviso o motivo apparente e senza avere nemmeno la possibilità di ripararmi» denunciò lo stesso Paolo al ministro Maroni in una lettera datata settembre 2009. Da quel maledetto 24 settembre 2005, «mi domando per quale ragione ciò avvenga e perchè mi sia negata giustizia », si lamentò Scaroni. Adesso, però, la giustizia pare avergli dato finalmente ascolto.
Gli agenti Massimo Coppola,Michele Granieri,Luca Iodice,Bartolomeo Nemolato,Ivano Pangione,Vladimiro Rulli,Antonio Tota  e Giuseppe Valente bastardi dovranno rispondere anche per le lesioni inferte quel giorno ad altri 22 tifosi bresciani.

martedì 30 marzo 2010

Poveri noi sempre più in basso

Questo ragazzo dall'aria molto sveglia vi starete forse chiedendo chi è?come non lo sapete?non è possibile perchè è quel Renzo Bossi non che figlio di Umberto cui voi non di certo io accozzaglia di intelligentoni si fa per dire avete dato il vostro voto eleggendolo consigliere regionale lombardo.


Sì colui che dall'alto della sua intelligenza è stato bocciato per sole tre volte consecutive all'esame di maturità, ma si sa i prof sono tutti comunisti ecco spiegate le sue bocciature.

Sì colui che alla faccia di Roma ladrona e di tutti noi si pippa solamente 12000 euro mensili come portaborse dell'onorevole leghista al parlamento europeo Speroni Francesco.
Scommetto la stragrande maggioranza di voi che è riuscita a dargli il voto era talmente informata sulle liste dei candidati che pensava di votare il padre almeno è l'unica spiegazione logica se invece l'avete fatto in maniera consapevole buttatevi nel fiume che è meglio.


Certo, si potrebbe altresì disquisire di come questo partito che da vent'anni afferma di rappresentare l'unico vento di novità della politica italiana ricalchi invece perfettamente il nepotismo democristiano di un tempo, oltrechè l'assistenzialismo tipico della Prima Repubblica.

Come il solito chi predica bene razzola peggio di coloro cui rivolge le proprie prediche, ma visti i risultati con cui ogni volta è premiato fan benissimo a continuare così.

Non so perchè sono qui a incazzarmi, innervosirmi e stupirmi ormai in questo paese di merda che è l'Italia non c'è più da stupirsi di nulla e quindi aspettiamo il 2012, quando a suon di voti il mio comune si ritroverà magari come sindaco Franchino Camossi diventando la barzelletta della Vallecamonica... il peggio non c’è mai fine.

Le uniche buone notizie elettorali vengono da Venezia ove i lagunari si sono rifiutati di eleggere sindaco Brunetta e da Lecco dove i lecchesi hanno detto chiaramente, ma per chi ci avete preso Castelli tenetevelo voi come sindaco non lo vogliamo(quanto pare qualcuno che prima di votare aziona il cervello esiste, anche se si tratta di casi molto rari e sporadici).

venerdì 26 marzo 2010

Scommettiamo che?

Fra le tante cazzate sparate da Berlusconi c'è anche l'affermazione che bisogna andare a votare perchè anche non votando si vota per i cattivoni della sinistra.
Allora lo dico prima scomettiamo che dopo la forte astensione di domenica e lunedi l'unica cosa che conterà saranno i voti che Silvio porterà a casa e costui canterà vittoria non dando alcun valore al mio partito cioè quello dell'astenssionismo?e naturalmente negherà di aver mai detto che chi si astiene vota per la sinistra cioè contro di lui.

martedì 16 marzo 2010

Avete rotto il cazzo!!!!!

Siamo stanchi ridateci i vecchi partiti e i vecchi politici almeno loro litigavano per i veri problemi del paese non c'è ne fotte un cazzo di trans,puttane,liste sbagliate e la solita guerra Berlusconi e giudici,Silvio ha problemi cazzi suoi e le opposizioni la smettano una volta per tutte a fare il gioco del leader unico del pdl rispondendo al presidente del consiglio sui suoi piagnistei e inizi lei a parlare di lavoro che non c'è,della crisi che è ben lontana dall'essere finita(per Silvio non c'è mai stata)e di tutti i problemi del paese e delle singole regioni visto che è su questultime siamo chiamati a pronunciarsi.

sabato 2 gennaio 2010

Benvenuto 2010

Il 2009 finalmente se ne andato e spero che questo 2010 sia decisamente migliore anzi nonostante il mio cronico pessimismo mi attendo un anno migliore, ma solo perchè di questa prima decade del 2000 l'anno appena concluso ritengo sia stato decisamente il peggiore.


Infatti, negli anni scorsi non sentivo tanto il bisogno di festeggiare la fine dell'anno vecchio e l'arrivo del nuovo anzi non me ne fregava un emerito cazzo, ma stavolta non vedevo l'ora che questo anno di merda moriva e quindi ci tenevo a festeggiarlo nei migliori dei modi e possibilmente in maniera diversa.

Bella serata e nottata fatta di divertimento anche se di diverso in realtà c'è stata solo la compagnia(ero in quel di Brescia)solito cenone in casa, ma a base esclusivamente di buon pesce e ne avevo una voglia pazzesca, il brindisi e il panettone allo scoccare della mezzanotte, qualche petardo fatto scoppiare dagli amici e poi via a ballare fino alle 6.00 del mattino, collazione e poi a nanna dall'amico che mi ospitava cioè dove avevamo fatto anche il cenone.
E voi cordiali lettori come avete festeggiato?potete scriverlo nei commenti a questo post e sarò felice di pubblicarlo e concludo con l'augurio di BUON ANNO 2010 a tutti.

mercoledì 23 dicembre 2009

Post polemico

E' un po' che non scrivo e lo faccio oggi perché mi è venuta l'ispirazione da quanto è accaduto alla Scuola media Tovini di Boario che è dove io lavoro.
Stamattina nell'entrare abbiamo trovato la scuola allagata perché la neve sciogli endosi entra nella scuola attraverso il tetto che come sempre nel bel paese è stato costruito in economia,rifatto dopo una quindicina di anni naturalmente sempre in economia e da anni dovrebbe essere rifatto,ma la solita scusa della mancanza di denaro ha fatto si che i lavori siano sempre stati regolarmene rinviati a data da destinarsi.
Vedremo se quanto successo farà si che finalmente l'amministrazione comunale darfense capeggiata dal sig. Francesco Abbondio appartenente alla Lega Nord(lo specifico visto che loro sono la perfezione in tutto ad ascoltarli)troverà finalmente i soldi per sistemare la scuola e se per una volta lo farà come si deve o se persevera a farlo in economia.
E' mai possibile che i soldi esistono solo per finanziare l'Unione Sportiva Darfo?Così il sig. Franchino Camossi(sempre Lega Nord)può andare in giro a vantarsi di aver fatto tantissimo per lo sport del nostro comune.
Ancora è mai possibile che i soldi si trovino immediata mente quando si tratta di sputtanarli nel finanziamento per l'organizzazione delle numerose NOTTI BIANCHE in modo che il signore citato nel coma precedente possa continuare a vantarsi di aver fatto tanto per il tempo libero dei cittadini darfensi e per il suo turismo?
I soldi si trovano per costruire piazza Obloblio(quella di fronte alle terme per intenderci)o per voler acquisire per pura propaganda il parco termale(non importa se poi non si è in grado di gestirlo adeguata mente facendo utili e non passivi nel bilancio).
Termino qua la mia polemica altronde devo rassegnarmi al fatto che lor signori possono continuare liberamente a fare porcate su porcate perché da 17 anni i miei coglioni di con cittadini li riempiono di voti qualsiasi cosa facciano o non facciano e potete giurarci che anche alle future elezioni questi otterrano il loro solito 50% di voti.

mercoledì 30 settembre 2009

CHE GODURIA

Che quest'anno per noi anti milanisti sarebbe stato un anno ricco di soddisfazioni non lo si scopre di certo stasera,ma vedere i mafiosi perdere 1a 0 in casa con lo Zurigo fa sempre un certo effetto di goduria e eccitazione.Grazie Zurigo

martedì 29 settembre 2009

Lettera scritta da Paolo Scaroni(tifoso mandato in coma dalla cellere a Verona)

Ill.mo Ministro degli Interni
p.c. Presidente della Repubblica
p.c. Presidente del Consiglio
p.c. Ministro di Giustizia
p.c. Sindaco di Brescia
p.c. Prefetto di Brescia
p.c. Questore di Brescia
p.c. Sindaco di Verona
p.c. giornali e tv

scrivo questa lettera alla vigilia dell’anniversario di una data
che mi ha cambiato la vita: il 24 settembre del 2005.
Mi presento: sono Paolo Scaroni, abito a Castenedolo, piccolo paese della provincia
di Brescia.
Ero un allevatore di tori.
Ero un ragazzo normale, con amicizie, una ragazza, passioni, sani valori -anche
sportivi- e la giusta curiosità. Facevo infatti molto sport e viaggiavo quando potevo.
Ero soprattutto un grande tifoso del Brescia.
Una persona normale, come tante, direbbe Lei.
Oggi non lo sono più (per la verità tifoso del Brescia lo sono rimasto, sebbene non
possa più vivere la partita allo stadio com’ero solito fare: cantando, saltando,
godendo oppure soffrendo).
Tutto è cambiato il 24 settembre del 2005, nella stazione di Porta Nuova a Verona.
Quel giorno, alla pari di migliaia di tifosi bresciani -fra i quali molte famiglie e
bambini- avevo deciso di seguire la Leonessa a Verona con le migliori intenzioni, per
quella che si preannunciava una sfida decisiva per il nostro campionato di serie B.
Finita la partita, siamo stati scortati in stazione dalla polizia senza nessun intoppo o
tensione. Dopo essermi recato al bar sottostante la stazione, stavo tornando con molta
serenità al treno riservato a noi tifosi portando dell’acqua al resto della compagnia
(era stata una giornata molto calda ed eravamo quasi tutti disidratati). Tutti gli altri
tifosi erano già pronti sui vagoni per fare velocemente ritorno a Brescia. Mancavano
pochi minuti ed i binari della stazione erano completamente deserti. Cosa alquanto
strana visto il periodo, l’orario e soprattutto la città in cui eravamo, centro nevralgico
per il passaggio dei treni.
Improvvisamente, senza alcun preavviso o motivo apparente, sono stato travolto da
una carica di “alleggerimento” del reparto celere in servizio quel giorno per
mantenere l’ordine pubblico e picchiato a sangue, senza avere nemmeno la possibilità
di ripararmi. Sottratto al pestaggio dagli amici (colpiti loro stessi dalla furia delle
manganellate), sono entrato in coma nel giro di pochissimo e quasi morto.
Dopo circa venti minuti dall’aver perso conoscenza sono stato caricato su
un’ambulanza -osteggiata, più o meno velatamente, dallo stesso reparto che mi aveva
aggredito- e trasportato all’ospedale di Borgo Trento a Verona. Lì sono stato operato
d’urgenza. Lì sono stato salvato. Lì sono tornato dal coma dopo molte settimane. Lì
ho passato alcuni mesi della mia nuova vita. Una vita d’inferno.
Nel frattempo la mia famiglia, in uno stato d’animo che fatico ad immaginare, subiva
pressioni e minacce affinché la mia vicenda mantenesse un basso profilo.
Ai miei amici non andava certo meglio, nonostante tutti gli sforzi per far uscire la
verità.
Ovviamente, alcune cose di cui sopra le ho sapute molto tempo dopo la mia
aggressione. Il resto l’ho scoperto grazie al lavoro del mio avvocato.
Dalla ricostruzione dei fatti e tramite le tante testimonianze, emerge un quadro
inquietante, quasi da non credere; ma proprio per questo da rendere pubblico.
In seguito alle gravissime lesioni subite, presso la Procura della Repubblica di
Verona è iniziato un procedimento a carico di alcuni poliziotti e funzionari
identificati quali autori delle lesioni da me subite. Nonostante il Giudice per le
Indagini Preliminari abbia respinto due volte la richiesta d’archiviazione, il Pubblico
Ministero non ha ancora esercitato l’azione penale contro gli indagati.
Mi domando per quale ragione ciò avvenga e perché mi sia negata giustizia.
Oggi, dopo avere perso quasi tutto, rimango perciò nell’attesa di un processo,
nemmeno tanto scontato, considerati i precedenti ed i tentativi di screditarmi.
Oltretutto i poliziotti erano tutti a volto coperto, quindi non identificabili (com’è
possibile tutto questo?), sebbene a comandarli ci fosse una persona
riconoscibilissima.
Dopo le tante bugie e cattiverie uscite in modo strumentale sul mio conto a seguito
della vicenda, aspetto soprattutto che mi venga restituita la dignità.
Ill.mo Ministro degli Interni, sebbene la mia vicenda non abbia destato lo stesso
scalpore, ricorda un po’ le tragedie di Gabriele Sandri, di Carlo Giuliani, ed in
particolare di Federico Aldrovandi (accaduta a poche ore di distanza dalla mia), con
una piccola, grande differenza: io la mia storia la posso ancora raccontare, nonostante
tutto.
Le dinamiche delle vicende sopra citate forse non saranno identiche, ma la volontà di
uccidere sì, è stata la medesima. Altrimenti non si spiega l’accanimento di queste
persone nei miei confronti, soprattutto se si considera che non vi era una reale
situazione di pericolo: era tutto tranquillo; ero caduto a terra; ero completamente
inerme. Ma le manganellate, come descrive il referto medico, non si sono più
fermate.
Forse, ho pensato, oltre alla vita volevano togliermi anche l’anima.
Per farla breve, in pochi secondi ho perso quasi tutto quello per cui avevo vissuto -per
questo mi sento ogni giorno più vicino a Federico- e senza un motivo apparente.
Sempre ovviamente che esista una giustificazione per scatenare tanta crudeltà ed
efficienza.
Le mie funzioni fisiche sono state ridotte notevolmente, e nonostante la lunga
riabilitazione a cui mi sottopongo da anni con molta tenacia non avrò molti margini
di miglioramento. Questo lo so quasi con certezza: l’unica cosa funzionante come
prima nel mio corpo infatti è il cervello, attivo come non mai. Dopo quattro anni non
ho ancora stabilito se questa sia stata una fortuna.
Ho perso il lavoro, sebbene abbia un padre caparbio che insiste nel mandare avanti la
mia ditta, sottraendo tempo e valore ai suoi impegni.
Ho perso la ragazza.
Ho perso il gusto del viaggiare (il più delle volte quelli che erano itinerari di piacere
si sono trasformati in veri e propri calvari a causa delle mie condizioni fisiche),
nonostante mi spinga ancora molto lontano.
Ho perso soprattutto molte certezze, relative alla Libertà, al Rispetto, alla Dignità,
alla Giustizia e soprattutto alla Sicurezza.
Quella sicurezza che Lei invoca ogni giorno, e tenta d’imporre sommando nuove
leggi e nuove norme a quelle già esistenti (fino a ieri molto efficaci, almeno per
l’opinione pubblica).
Peccato però che queste leggi non abbiano saputo difendere me, Federico, Carlo e
Gabriele dagli eccessi di coloro che rappresentavano, in quel momento, le istituzioni.
Ill.mo Ministro degli Interni, alcune cose mi martellano più di tutto: ogni giorno mi
domando infatti cosa possa spingere degli uomini a tanto. Non ho la risposta.
Ogni giorno mi domando se qualcuna di queste tragedie potesse essere evitata. La
risposta è sempre quella: sì.
A mio modesto parere, ciò che ha permesso a queste persone di liberare la parte
peggiore di sé è stata la sicurezza di farla franca.
Sembra un paradosso, ma in un Paese come il nostro in cui si parla tanto di “certezza
della pena”, di “responsabilità” e di “omertà”, proprio coloro che dovrebbero dare
l’esempio agiscono impuniti infrangendo ogni legge scritta e non, disonorano
razionalmente la divisa e l’istituzione rappresentata, difendono chi fra loro sbaglia
impunemente.
Ill.mo Ministro degli Interni, dopo tante elucubrazioni, sono giunto ad una
conclusione: se queste persone fossero state immediatamente riconoscibili,
responsabili perciò delle loro azioni, non si sarebbero comportate in quella maniera
ed io non avrei perso tanto.
Le chiedo quindi: com’è possibile che in Italia i poliziotti non portino un segno di
riconoscimento immediato come accade nella maggior parte delle Nazioni
europee?
Ill.mo Ministro degli Interni, io non cerco vendetta, semmai Giustizia.
Mi appello a Lei ed a tutte le persone di buon senso affinché questi uomini vengano
fermati ed impossibilitati nello svolgere ancora il loro “dovere”.
Chiedo quindi che si faccia il processo e nulla sia insabbiato.
Cordiali saluti.
Paolo Scaroni, vittima di uno Stato distratto.

giovedì 17 settembre 2009

Battaglia Vinta


Dopo 8 lunghi anni di battaglie soli contro tutti gli Ultras BS1911 Curva Nord hanno vinto e lo stadio super mercato di Castenedolo se ne va in soffitta.Infatti, quando 8 anni fa si iniziò a parlare di questa grande speculazione il gruppo della Curva Nord di Brescia fu il solo ad osteggiarlo fin dall'inizio.Gli ultras della nord nei migliori dei casi erano accusati di essere degli utopisti che si ostinavano a combattere una battaglia già persa, combattevano contro i mulini a vento, gli interessi che stavano dietro al global center(nome dato al grande progetto speculativo) erano troppo forti per poter vincere la loro guerra.I ragazzi della curva nord rispondevano che le battaglie perse sono quelle che non si prova nemmeno a combattere e continuarono senza mai arrendersi a lottare.Ogni tanto erano organizzate grandi kermesse per propagandar la bellezza dello stadio che si voleva costruire e ovviamente chi contestava era bollato come un incivile che andava a disturbare la grande propaganda visto che ovviamente chi osava essere contrario non era certo invitato ha partecipare a quelli che erano chiamati convegni a favore dello stadio.Sempre i fautori dello stadio-commerciale erano tanto civili e democratici che non partecipavano mai, quando era organizzato un convegno aperto alle ragioni sia dei favorevoli sia dei contrari.Con il passare del tempo il super progetto ha trovato vari ostacoli alla sua attuazione e altri soggetti hanno iniziato a aprire gli occhi opponendosi alla sua realizzazione.Le associazioni dei commercianti e esercenti che all'inizio non avevano avuto il coraggio di farsi sentire e restarono indiferenti iniziarono a schierarsi apertamente dalla parte dei gnari della nord e successiva mente anche le forze politiche che non rappresentavano certi interessi si pronunciarono contro il mega progetto di speculazione.La fortuna(senza non si vince mai, ma bisogna saperla costruire e i ragazzi della nord bresciana ci sono riusciti) ha voluto che la grave crisi economica abbia portato al fallimento delle imprese che stavano dietro al global center e ora tutti(per buona pace di Corioni) si sono rassegnati che le uniche strade percorribili sono quelle che prevedono o una ristrutturazione del Rigamonti o la costruzione di uno stadio nuovo all'interno di una cittadella dello sport ove sorgeranno anche delle attività ricettive ma di piccole dimensioni e entrambe le soluzioni sono accettabili anche da parte degli Ultras anche se questultimi preferirebbero la ristrutturazione dell'attuale stadio.Naturalmente visto che l'attuale amministrazione comunale di Brescia preferisce la costruzione novo le opposizioni sono per la ristrutturazione del vecchio stadio di Mompiano, ma una piccola domanda andrebbe loro posta, ma fino a pochi mesi fa non eravate proprio coloro che sostenevano che bisognava costruire il global center perchè il Rigamonti costava troppo ristrutturarlo?

Sempre a proposito della tessera del tifoso

Nessuno ad Ascoli! Tutti al San Filippo!

I ragazzi della Curva Nord Brescia 1911 non organizzeranno la trasferta di Ascoli.
No alla tessera del tifoso!
Prendendo spunto dall’iniziativa partita dalla riunione di Roma del 5 settembre scorso, a seguito della quale molte tifoserie hanno stabilito di attuare lo sciopero del tifo nella prossima giornata di campionato, abbiamo deciso:
-di non ostacolare questa protesta –bensì di sostenerla- sebbene la riteniamo in forte ritardo negli anni e sicuramente non sufficiente ad arginare questa nuova limitazione –la tessera del tifoso- che ha come unico scopo quello di eliminare il tifo organizzato o, nella migliore delle ipotesi, di sostituirlo con tifosi disposti a subire ogni sorta d’umiliazione (Siena-Roma docet);
-di indire un incontro pubblico in data da stabilirsi sul territorio bresciano nel quale esporre i motivi di tanta contrarietà a questa nuova forma di schedatura poliziesca/commerciale (dietro alla tessera del tifoso infatti si nascondono nuove forme di controllo sociale rivolte a tutti, non solo agli Ultras, e ragioni di carattere prettamente economico/speculativo);
-di seguire la Primavera del Brescia durante la partita di sabato 19 Settembre per ribadire, nonostante tutto, il nostro amore per la Maglia biancoblu indipendentemente da chi la indossa. Per questo invitiamo tutti i gnari della Curva a sostenere la nostra scelta, partecipando con la consueta passione e con i giusti colori (bianco e blu).Ritrovo per tutti: ore 14.00 al San Filippo.

Basta anticipi e posticipi! Riguardo alla partita di venerdì alle ore 19.00: ci teniamo a sottolineare la nostra contrarietà di fronte alla scelta della Lega di far disputare ancora una volta una partita in giorni feriali e ad orari impossibili.Per noi bresciani, andare ad Ascoli per questa partita di fatto avrebbe significato perdere due giorni di lavoro e spendere oltretutto centinaia di euro (solo il biglietto della partita costa più di 14 euro!).In questi tempi così difficili in cui il lavoro è diventato quasi un privilegio, francamente non ci saremmo comunque sentiti di chiedere a molti ragazzi di mettere a repentaglio qualcosa di per sé già tanto incerto. Per questo la nostra protesta avrà questa volta un valore aggiunto, con la solita speranza che possa servire a far riflettere chi di dovere.

Dall'ultimo numero della rivista Sport People contro la tessera del tifoso

Ho sentito società affermare che vogliono la carta per fidelizzare i loro tifosi.
Ma sono matti?I tifosi sono già fidelizzati al loro club!
In ogni partita che seguono lo dimostrano!Nemmeno esisterebbero le società se non ci fosse alla base di tutto questa fidelizzazione spontanea dei tifosi ai club per i quali tengono.
Ma in quale mondo vivono i dirigenti che fanno queste comiche dichiarazioni?

Anthony Weatherhill,inventore della tessera del tifoso


Senza tessere, divise
o altra omologazione

E’ un periodo difficile, critico, il peggiore,che il mondo ultras abbia mai attraversato
dal giorno della sua nascita ad oggi, inutile negarlo, inutile nascondersi. Messo in riga
da Sua Maestà Maroni, il sistema calcio intero ha deciso di disfarsi di quello che
ormai è ritenuto un orpello o un fastidioso ed antiestetico neo da rimuovere. Per chi
non cogliesse l’allusione, parliamo ovviamente del tifoso, del pubblico, della
passione popolare, della forza contagiosa che dal basso spingeva le squadre alla
vittoria e, più in generale, decretò ai tempi il successo e l’ascesa di questo sport a
“gioco più bello del mondo”.
Oggi, che invece la fortuna di un club calcistico è legata alla fetta di diritti
televisivi incassati, oggi che le partite non si giocano più sul rettangolo verde
cercando di avvalersi dei favori del “fattore campo”, oggi che più di un pubblico caldo
e agguerrito contano le plusvalenze registrate, le alleanze ordite tra poteri vari,
i rialzi in borsa dei propri titoli azionari,ormai il tifoso è declassato a meno che
cliente, a semplice consumatore del prodotto-calcio, tanto meglio se, come tutti
i consumatori di -tanto per fare un esempio- prodotti bancari quali i bond
Parmalat, lo fa in maniera acritica e sragionata. Poi arriverà un giorno in cui il
raggiro si paleserà in maniera manifesta e forse a qualcuno verrà pure in mente di
dire o pensare che gli ultras avevano ragione, peccato solo che sarà troppo
tardi per far qualcosa di utile.
Ugualmente troppo tardi forse, il
movimento ha ritrovato una sana ed inattesa coesione di intenti e da Nord a
Sud, da Serie A a Lega Pro, da gruppi destrorsi come da gruppi di sinistra, tutti
hanno dato fondo alle loro energie tentando un ultimo colpo di coda a
contrasto di questo diabolico piano ormai in via di concretizzazione attraverso quello
strumento di controllo sociale chiamato “Tessera del tifoso”, ed è non tanto inutile
quanto patetico e ridicolo ogni tentativo di dissuasione da questo assioma assoluto
ed innegabile. La copertina di questonumero, riprendendo le parole
dell’inventore della “tessera”, uno che sicuramente ne sa di più di Abete in
materia, parla in maniera abbastanza chiara: la “fidelizzazione” del tifoso è
quella che ha portato il calcio fino alla sua popolarità odierna e non ha mai avuto
bisogno di schede-punti. Non esiste altra ragione se non quella dell’eliminazione
totale e definitiva degli ultras dal calcio,visto che nemmeno togliendo loro
striscioni, megafoni e tamburi si è riusciti a sradicarli dal proprio ambiente naturale,
dal proprio spazio sociale così difficilmente conquistato, ultima valvola di
sfogo, ultima cellula resistente in un paese di prostrati e lacchè.
Senza nemmeno perdersi ulteriormente in considerazioni sull’assurdità della
retroattività di tali manovre, sulla follia di impedire ad una persona che ha scontato
un Daspo negli ultimi cinque anni e si vede nuovamente sanzionato per
qualcosa che ha già pagato, magari anche ingiustamente e/o con tanto di sentenza a
dimostrazione, senza nemmeno raffrontare alla percentuale di condannati
seduti in Parlamento, l’unica cosa che viene da dire e da pensare è, che se pure
sarà troppo tardi, se –come apre un sito a noi caro e noto- un ribelle non sempre può
cambiare il mondo, di sicuro il mondo non potrà mai cambiare un ribelle. Per cui
quello che mi auguro è che, chiuse le curve in cui ha ribollito e fermentato, la
meglio gioventù si riversi con pari tenacia per le strade e combatta questa nemmeno
più latente dittatura in cui siamo finiti a vivere, magari morendo come movimento,
ma morendo da uomini liberi e non da schiavi come certi altri…

SOLITI PIAGNISTEI

In un attentato avvenuto stamane a Kabul sono morti 15 civili afgani e 30 sono rimasti feriti inoltre sono morti 6 soldati italiani e altri 4 sono rimasti gravemente feriti.
Come al solito è partito il teatrino dei piagnistei per i soldati italiani caduti da parte dei nostri politicanti e dei mas media,mentre dei civili afgani vittime di questa assurda guerra naturalmente non una parola viene pronunciata.
Ero e resto contrario a questa guerra come a quella in Iraq perché è inutile che continuino a mascherarle come missioni di pace,sono a tutti gli effetti delle guerre e per questo non dovevamo partecipare e dovremmo andarcene immediata mente.
Non riesco a di spiacermi più di tanto per i soldati morti in questi anni in Afghanistan e in Iran in quanto hanno scelto liberamente di giocare alla guerra e quindi di accettare le conseguenze e i rischi che tale gioco comporta.
Il mio dolore e il mio dispiacere va ai tanti innocenti vittime delle varie guerre e dei tantissimi morti per fame cioè dell'unica guerra che andrebbe combattuta e che invece vive nella totale indifferenza.

lunedì 31 agosto 2009

Post calcistico:i miei pronostici

Il mercato è terminato e quindi posso finalmente cimentarmi nei miei pronostici.
In serie A l'Inter resta la grande favorita anche se la Juve gli renderà la vita molto dura e la grossa sorpresa potrebbe anche scalparci dopo che i bianconeri si sono rafforzati anche in difesa con l'arrivo odierno di Fabio Grosso.
Vedere nel Milan un altro anno molto difficile con tante delusioni e poche gioie per i tifosi di questa società del cazzo non è impresa da titani.
Il Genoa darà ancora tante soddisfazioni ai propri tifosi e anche Sampdoria e Parma sapranno sorprendere in modo molto positivo.
In coda vedo messe molto male Bari,Catania e Bologna e solo leggermente meglio il Cagliari e il Siena che però anno nel tecnico la loro forza e per questo penso che alla fine si salveranno a patto che nei momenti difficili i loro presidenti tengano duro e non facciano la pazzia di esonerare i bravi Allegri e Giampaolo.
In serie B la Reggina vincerà il campionato cadetto senza alcuna difficoltà e a seguire vi sarà il Torino.Per la terza promozione che verrà assegnata solo dopo i play-off può accadere di tutto visto il basso livello del torneo a parte i due squadroni citati in precedenza.
Le mie favorite per l'ammissione alla fase finale sono Triestina,Frosinone,Padova e Sassuolo con la squadra alar badata favorita per la promozione.
Pur tifando Brescia credo che le leonesse non abbiano alcuna possibilità di fare un torneo da alta classifica e dovranno accontentar si di un campionato anonimo.
Per la retrocessione punto su Gallipoli,Crotone,Ancona e Piacenza.
In prima divisione nel girone A non vedo alcuna squadra che possa essere sicura vincitrice ma indico Cremonese e Novara come le mie personali favorite per la scalata in serie B con Varese,Alessandria e Lumezzane come possibili sorprese che possono anche arrivare a strappare la serie cadetta alle due che ho indicato come favorite.
Nel girone B non ho dubbi nell'indicare Ravenna,Pescara e Verona come le grandi favorite con Lanciano,Cosenza e Potenza come possibili sorprese.
In 2°divisione il Rodengo Saiano dovrebbe essere l'unica delle tre squadre bresciane che disputerà un torneo da alta classifica,mentre il Carpenedolo e la ripescata Feralpi Salò aspirano alla salvezza più tranquilla possibile e credo che per entrambe arriverà.
Vedo La Spezia,Alghero,Lucchese,Bassano del Grappa,Catanzaro e Siracusa come principali favorite nei tre gironi.
In serie D avrà un anno molto difficile il Darfo anche se la fortuna di essere finito in un gruppo pieno di squadre che si sono indebolite puntando sui giovani potrebbe purtroppo favorir ne la salvezza.
Il Montichiari è la favorita del suo girone insieme alla fallita e rinata sotto nuove vesti Venezia,la Verolese dovrebbe riuscire a conquistare una salvezza più o meno tranquilla e il Palazzolo se si salva è come se avesse vinto lo scudetto,ma non scommette rei neanche un centesimo di euro sulla squadra franciacortina.
In Eccellenza Sarnico,Rudianese e Castegnato sono le principali candidate alla promozione e con l'Orsa Iseo che dovrebbe arrivare ai play-off,ma con Inversini come tecnico non mi stupirei di vederla arrivare nelle parti basse della classifica.
In Promozione il Vallecamonica e il Sovere dovrebbero disputare un torneo da protagoniste anche se il proprio girone è ancor più duro degli scorsi anni e battere la concorrenza di Stezzanese,San Paolo d'Argon,Virtus Franciacorta,Rovato e soprattutto Concesio e Arcene non sarà certo facile.La Sebinia Lovere dovrà faticare non poco a ottenere la salvezza.
In prima categoria Breno,Piancamuno e Sellero Novelle disputeranno un campionato d'alta classifica,ma solo la squadra brenese può sperare di riuscire veramente a raggiungere la Promozione.In seconda categoria l'Unica dovrebbe lottare per il vertice e potrebbe riuscire a conquistare la storica promozione in prima.In terza dovrebbero fare bene Bienno e Camunia(conquistare i play-off)e potrebbe sorprendere il Vezza d'Oglio.Naturalmente mi sono divertito a fare i miei pronostici senza pretendere di avere in tasca la verità assoluta.

Sempre contro questo presidente


Questo uomo è un presidente finito,tutti gli anni promette la A sicura,ma non investe mai e la serie A resta una chimera e con la squadra costruita non faremo nemmeno i play-off se tutto andrà bene.
Tutti gli anni a ascoltare Corioni la sua squadra è la più forte,ma poi resta in serie B e la colpa è sempre dell'allenatore che non ho scelto io ma lui.
Piange sempre che ha bisogno di vendere,vende e ingaggia solo giocatori a parametro zero o in prestito e dal basso ingaggio e butta il denaro nel pagare due o tre allenatori all'anno.Quest anno si è superato cedendo Zoboli al Torino in prestito cioè senza incassare un centesimo quando sempre in prestito avrebbe potuto cederlo a qualcuno che ci dava almeno un altro giocatore in cambio e poi siamo maligni se pensiamo che in realtà sotto banco i soldi il pres li ha presi e se li è messi in tasca.
Piange che in questi anni è stato lasciato solo e mai nessun imprenditore bresciano arriva a aiutarlo,ma chi è passato per bs vi è rimasto un anno e poi è andato in altre società visto che Gino pretende che gli altri mettano i denari e lui comanda.
Dice che lui venderebbe,ma mai nessuno vuol comprare,peccato che Gherardi(presidente bresciano del Parma)voleva comprare e gli è stato risposto che il Brescia non è in vendita.
Quindi concludendo a Corioni dobbiamo dire grazie per i 5 anni consecutivi passati in serie A,per aver portato a Brescia gli Appiah,i Guardiola e il divin codino,ma dopo 5 anni di bugie,promesse non mantenute prenda atto che è un presidente finito e per il bene di Brescia e dei bresciani torgli il disturbo.E' un presidente in cui non credo più da anni e in cui non ci credono più i bresciani che disertano lo stadio perché siamo stanchi di essere presi per i fondelli.

martedì 25 agosto 2009

Ciao Gigi


Si è spento a 71 anni Gigi De Paoli, simbolo delle Rondinelle negli anni sessanta e è stato il più grande goleador della storia del Brescia calcio. Nato a Certosa in provincia di Pavia il 22/06/1938.


Ad inizio carriera è stato protagonista involontario di un giallo di mercato: nell'estate 1961 infatti la proprietà del cartellino di De Paoli, in comproprietà fra Pisa e Venezia viene decisa alle buste. I toscani tuttavia vengono a conoscenza della somma stabilita dai veneziani e inseriscono nella busta la stessa offerta maggiorandola di 10 lire, beffando i concorrenti. Il Pisa cederà quindi De Paoli al Brescia nella stessa estate.
Accolto subito bene dai sostenitori bianco-blù per la sua pontenza e fisicità, le sue "fucilate" risolvono molte gare della squadra lombarda.
Con la maglia del Brescia calcio ha segnato 136 reti in campionato fra Serie A e Serie B, conquistando due promozioni in massima serie (nelle annate 1964-65 e 1968-69) , conquistando in entrambe le occasioni il titolo di capocannoniere del campionato cadetto.
Nella stagione 1965-66 con i suoi 13 goal trascina il Brescia alla conquista del 9° posto in serie A.
Abilissimo sui calci da fermo, i sostenitori delle rondinelle scandivano il suo diminutivo "Gigi ... Gigi" ogni volta che il centravanti si apprestasse a battere un calcio di punizione verso la porta avversaria.
Le ottime prestazioni con la maglia delle rondinelle gli fà guadagnare il passaggio alla Juventus, con la quale vince il campionato 1966-67, in quello che per i bianconeri fu il 13° scudetto.
Passa alla storia per essere stato il centravanti titolare della Juventus tutta "movimiento" allenata da Heriberto Herrera.
Nello stesso periodo ha giocato 3 partite in nazionale segnando nel novembre 1966 un gol a Napoli nell'incontro Italia - Romania, vinto per 3 a 1 dagli azzurri e valido per le qualificazioni al Campionato Europeo che la nazionale italiana avrebbe vinto nel 1968.
Nelle annate 1974-75 e 1975-76 allena la formazione sarda del Tharros in Serie D non riuscendo, nella seconda stagione, ad evitare la retrocessione nel Campionato di Promozione.
Ritiratosi dal mondo del calcio De Paoli inizia la carriera di opinionista televiso per le emittenti locali bresciane Teletutto e Retebrescia.
All'età di 71 anni, dopo una lunga malattia, si spegne alle ore 10:15 del 24 agosto 2009 nella sua amata Brescia.
Il figlio Massimo è tutt'oggi allenatore della squadra "allievi" del Brescia Calcio.

mercoledì 29 luglio 2009

SAGRA BOARIO 2009

UN'ALTRO ANNO E' TRASCORSO E DA VENERDÌ 31 LUGLIO A LUNEDÌ 3 AGOSTO SI SVOLGERÀ LA SAGRA BOARIENSE CON LA GRANDE NOVITÀ DELLA NOTTE BIANCA IN PROGRAMMA NELLA GIORNATA DI SABATO.
COME AL SOLITO VI ASPETTIAMO NUMEROSI E IN GRAN FORMA A TRABOCCARE FIUMI DI BIRRA E GUSTARE L'OTTIMA CUCINA E A DIVERTIRVI IN COMPAGNIA.
SI LO SO' PURTROPPO CI SARA' COME SEMPRE ANCHE IL BORSA DA SOPPORTARE(GIÀ IN SOPPORTA BILE DA SANO FIGURARSI DA UBRIACO FRADICIO E PER GIUNTA PER TUTTI I 4 GIORNI),MA CHE CI VOLETE FARE C'E' E C'E' LO DOBBIAMO TENERE COSI' COME E'.

venerdì 24 luglio 2009


martedì 21 luglio 2009

Sentenze Aldrovandi e Sandri

Sentenze Aldrovandi e Sandri: dichiarazione della Sezione Italiana di Amnesty International

Le recenti sentenze riguardanti le uccisioni di Federico Aldrovandi e Gabriele Sandri chiamano in causa la responsabilità delle forze di polizia italiane circa l'uso delle armi da fuoco e della forza.
Inserendosi in un contesto più ampio, caratterizzato dalla mancanza di un organismo indipendente di monitoraggio sui diritti umani e sull'operato delle forze di polizia, richiesto dagli standard internazionali e sollecitato da tempo da Amnesty International, le due sentenze devono interrogare le autorità italiane in merito alla formazione e al comportamento degli agenti di polizia e alla loro responsabilità circa la protezione delle persone.
Secondo Amnesty International, l'assunzione di responsabilità per le violazioni dei diritti umani commesse da pubblici ufficiali, comprese le forze di polizia, dev'essere la norma. Le autorità italiane devono dare attuazione alle raccomandazioni degli organismi internazionali per prevenire ulteriori tragici casi del genere.
Amnesty International ha seguito sin dall'inizio entrambe le vicende, considerandole significative in relazione al tema dell'accertamento delle responsabilità delle forze di polizia per violazioni dei diritti umani. L'organizzazione si esprimerà con maggiore dettaglio nel momento in cui saranno note le motivazioni delle sentenze.

Roma, 17 luglio 2009
Come avete visto è un po che non pubblicavo nulla perché ero a godermi le meritate ferie e ora sono rientrato alla grande senza peli sulla lingua come si vede dal post qui sotto.

Assassini di stato:speriamo di non incontrarli mai





Monica Segatto Paolo Forlani Enzo Pontani Luca Pollastri(nelle foto da sinistra a destra)
Questi 4 viscidi elementi sono i bastardi infami che hanno ucciso a manganellate il povero Federico Aldrovandi e lo scorso 6 luglio sono stati condannati a soli 3anni e 6 mesi per eccesso colposo in omicidio colposo.Già perché se sei poliziotto e prendi a manganellate un ragazzo di 17 anni steso a terra fino ad ammazzarlo non volevi uccidere,ma poverino ti è solo fuggita un po la mano e quindi lui è morto e tu meriti le attenuanti.
Ma per me uno che picchia a manganellate(con o senza divisa) una persona fino a ammazzarla è un assassino che commette un omicidio volontario e va sbattuto nelle patrie galere per almeno una ventina d'anni.
Questi farabutti grazie all'indulto non faranno mai un solo giorno di prigione e quel che è peggio sono e resteranno in servizio con la licenza di uccidere.
La settimana successiva quell'infame di Spaccarotella Luigi(le sue foto sono inesistenti per paura che qualcuno faccia quella giustizia che il nostro stato è incapace di fare e che se qualcuno la volesse fare la farebbe comunque anche senza una sua foto)è stato condannato a soli 6 anni per omicidio colposo.Anche in questo caso essendo un poliziotto che spara ad altezza d'uomo da un autogrill all'altro se colpisci e uccidi qualcuno per questo stato assassino sei colpevole solo di omicidio colposo perché poverino non volevi ammazzare e naturalmente continui a svolgere il tuo disonorevole servizio visto che in questi casi il minisro Brunetta tiene gli occhi ben chiusi.
Per paradosso sarebbe stato meglio che in quell'attimo transit' assero delle auto e il colpo provocasse una strage e forse ora avremmo un assassino in divisa che se non condannato alla pena che si meritava almeno sarebbe stato licenziato e avrebbe dovuto cambiare mestiere.




sabato 27 giugno 2009

Incredibile performance del famoso “inquinatore” televisivo“BERLUSCONI PEDOFILO!”, IL SURREALE PAOLINI COLPISCE IN DIRETTA SUL TG 1
Gabriele Paolini ha colpito ancora. Quel simpatico pazzo che, da anni, “inquina” le dirette dei telegiornali cercando di far passare il suo (giusto) messaggio sull’importanza dell’uso dei profilattici, non demorde nonostante maltrattamenti e condanne penali.Ieri ne ha fatta un’altra delle sue: al TG 1 delle 13.30, durante il collegamento in diretta con una scuola di Roma per parlare dei temi di italiano per l’esame di maturità, Paolini è entrato in campo e, trascinato via a viva forza, si è aggrappato al giornalista televisivo, che è a sua volta caduto. Interrotto il collegamento, alla ripresa si è comunque sentito Paolini gridare un inverosimile (ed esilarante) “Berlusconi pedofilo!”.Grazie Paolini per aver fatto ciò che in tanti di noi solo sogniamo di fare.

martedì 23 giugno 2009

L'ennesima debacle


Una sconfitta senza attenuanti. Il Brescia viene travolto 3-0 dal Livorno nella finale di ritorno dei play off e vede così dissolversi il sogno di tornare in serie A.
Dopo il 2-2 interno di domenica scorsa, soltanto la vittoria avrebbe consentito alle rondinelle di agguantare la promozione, ma la squadra di Cavasin non è mai riuscita a prendere in mano la partita. Gli amaranto sono infatti partiti nel modo migliore, illuminati da un Diamanti strepitoso e soltanto un Viviano altrettanto brillante ha consentito al Brescia di andare al risposo sul nulla di fatto.
Alla ripresa del gioco il Livorno ha ripreso l'assedio all'area biancoblù, trovando il vantaggio con un colpo di testa di Tavano, servito da Diamanti, che al 15' ha virtualmente chiuso la partita con un gran destro (lui che è mancino!) al volo su cross di Bergvold, il quale al 29' ha realizzato il gol del definitivo 3-0. Risultato che è specchio fedele di quanto si è visto al "Picchi".
L'ennesima stagione negativa della mia squadra del cuore per me non è stata una delusione,ma purtroppo solo la conferma che avevo ragione nel sostenere che una squadra senza centrocampo non poteva riconquistare la serie A.

Quanto vado a affermare non è il frutto del seno di poi,ma solo ciò che ho sempre sostenuto anche in tempi non sospetti e purtroppo mi dispiace tantissimo di aver avuto ragione avrei preferito aver tolto e essere saliti di categoria.
Anche se un campionato cadetto di livello scarsissimo come non ricordavo da anni ci avrebbe potuto regalare ugualmente il grande sogno del ritorno nella massima serie(l'abbiamo veramente solo sfiorato)se solo la società del presidente Corioni non avesse commesso un infinità di errori incredibili.
Possiamo sorvolare sul fatto che nel giugno scorso ci sia confermato un tecnico in cui non si aveva più alcuna fiducia solo per onorare il contratto salvo esonerarlo ai primi presunti risultati negativi dopo solo 5 giornate.
A gennaio mentre le avversarie si rinforzavano il Brescia si indeboliva ulteriormente e si aspettava l'ultimo giorno a acquistare un attaccante che sostituisce lo squalificato Possanzini.
Vero che il capitano venne squalificato solo a tre giorni dalla fine del mercato di riparazione,ma anche i sassi sapevano che pur ingiustamente quella squalifica sarebbe arrivata e quindi bisognava ricorrere ai ripari prima.
Ma gli errori più macroscopici furono l'aver sostituito Cosmi con un tecnico antiquato come Nedo Sonetti e nonostante l'incapacità dimostrata dall'allenatore toscano di dare un minimo di gioco alla squadra e la sua proverbiale insistenza a fare esperimenti sui singoli giocatori spostandoli a giocare in ruoli non propri a discapito di tutta la squadra(due esempi su tutti Zambelli costretto a fare il centrocampista e Taddei se impiegato schierato da esterno di centrocampo anziché tre quarti sta)ci sia accorti di tutto ciò quando ormai i buoi erano scapati dalla stalla.
Al tecnico di Piombino si doveva dare il buon servito quando all'inizio del ritorno riusci a perdere a Treviso e in casa con il Rimini invece nonostante i continui risultati negativi si insistette a andare avanti con lui fino a due giornate dal termine del campionato quando lo si sostituì per salvare almeno il raggiungimento dei play off.







LA PICOLLA ANNA CON MAMMA JACKY,LA VERA NOSTRA PORTA FORTUNA


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