giovedì 17 settembre 2009

Dall'ultimo numero della rivista Sport People contro la tessera del tifoso

Ho sentito società affermare che vogliono la carta per fidelizzare i loro tifosi.
Ma sono matti?I tifosi sono già fidelizzati al loro club!
In ogni partita che seguono lo dimostrano!Nemmeno esisterebbero le società se non ci fosse alla base di tutto questa fidelizzazione spontanea dei tifosi ai club per i quali tengono.
Ma in quale mondo vivono i dirigenti che fanno queste comiche dichiarazioni?

Anthony Weatherhill,inventore della tessera del tifoso


Senza tessere, divise
o altra omologazione

E’ un periodo difficile, critico, il peggiore,che il mondo ultras abbia mai attraversato
dal giorno della sua nascita ad oggi, inutile negarlo, inutile nascondersi. Messo in riga
da Sua Maestà Maroni, il sistema calcio intero ha deciso di disfarsi di quello che
ormai è ritenuto un orpello o un fastidioso ed antiestetico neo da rimuovere. Per chi
non cogliesse l’allusione, parliamo ovviamente del tifoso, del pubblico, della
passione popolare, della forza contagiosa che dal basso spingeva le squadre alla
vittoria e, più in generale, decretò ai tempi il successo e l’ascesa di questo sport a
“gioco più bello del mondo”.
Oggi, che invece la fortuna di un club calcistico è legata alla fetta di diritti
televisivi incassati, oggi che le partite non si giocano più sul rettangolo verde
cercando di avvalersi dei favori del “fattore campo”, oggi che più di un pubblico caldo
e agguerrito contano le plusvalenze registrate, le alleanze ordite tra poteri vari,
i rialzi in borsa dei propri titoli azionari,ormai il tifoso è declassato a meno che
cliente, a semplice consumatore del prodotto-calcio, tanto meglio se, come tutti
i consumatori di -tanto per fare un esempio- prodotti bancari quali i bond
Parmalat, lo fa in maniera acritica e sragionata. Poi arriverà un giorno in cui il
raggiro si paleserà in maniera manifesta e forse a qualcuno verrà pure in mente di
dire o pensare che gli ultras avevano ragione, peccato solo che sarà troppo
tardi per far qualcosa di utile.
Ugualmente troppo tardi forse, il
movimento ha ritrovato una sana ed inattesa coesione di intenti e da Nord a
Sud, da Serie A a Lega Pro, da gruppi destrorsi come da gruppi di sinistra, tutti
hanno dato fondo alle loro energie tentando un ultimo colpo di coda a
contrasto di questo diabolico piano ormai in via di concretizzazione attraverso quello
strumento di controllo sociale chiamato “Tessera del tifoso”, ed è non tanto inutile
quanto patetico e ridicolo ogni tentativo di dissuasione da questo assioma assoluto
ed innegabile. La copertina di questonumero, riprendendo le parole
dell’inventore della “tessera”, uno che sicuramente ne sa di più di Abete in
materia, parla in maniera abbastanza chiara: la “fidelizzazione” del tifoso è
quella che ha portato il calcio fino alla sua popolarità odierna e non ha mai avuto
bisogno di schede-punti. Non esiste altra ragione se non quella dell’eliminazione
totale e definitiva degli ultras dal calcio,visto che nemmeno togliendo loro
striscioni, megafoni e tamburi si è riusciti a sradicarli dal proprio ambiente naturale,
dal proprio spazio sociale così difficilmente conquistato, ultima valvola di
sfogo, ultima cellula resistente in un paese di prostrati e lacchè.
Senza nemmeno perdersi ulteriormente in considerazioni sull’assurdità della
retroattività di tali manovre, sulla follia di impedire ad una persona che ha scontato
un Daspo negli ultimi cinque anni e si vede nuovamente sanzionato per
qualcosa che ha già pagato, magari anche ingiustamente e/o con tanto di sentenza a
dimostrazione, senza nemmeno raffrontare alla percentuale di condannati
seduti in Parlamento, l’unica cosa che viene da dire e da pensare è, che se pure
sarà troppo tardi, se –come apre un sito a noi caro e noto- un ribelle non sempre può
cambiare il mondo, di sicuro il mondo non potrà mai cambiare un ribelle. Per cui
quello che mi auguro è che, chiuse le curve in cui ha ribollito e fermentato, la
meglio gioventù si riversi con pari tenacia per le strade e combatta questa nemmeno
più latente dittatura in cui siamo finiti a vivere, magari morendo come movimento,
ma morendo da uomini liberi e non da schiavi come certi altri…

Nessun commento:








LA PICOLLA ANNA CON MAMMA JACKY,LA VERA NOSTRA PORTA FORTUNA


Visite